Blow up, zoom, o florilegio di dettagli. Sul tavolo ci sono rullini fotografici, lenti d'ingrandimento di varie dimensioni e forma geometrica (romboidale, tonda, quadrata), montagne di taccuini, fotogrammi, macchine fotografiche usa e getta e non, brochures (un invito ad una proiezione presso il MoMa, un foglio di presentazione di Pays Barbare del BFI di Londra), biglietti aerei, un depliant della “Secure Bag” (chi frequenta gli aeroporti sa di cosa si tratti), un pacco che lascia in bella mostra ideogrammi giapponesi, un rotolo di carta (per gli acquerelli di Angela), appunti sparsi e liste su fogli A4, almeno due paia di occhiali da vista, il DVD di Oh! Uomo, pezzi meccanici dentro una busta trasparente, una lampada che sovrasta il tavolo, vari materiali dell'Haus der Kulturen der Welt di Berlino (HKW – dove Y e A hanno da poco presentato Pays Barbare e installato altri materiali), gocce (collirio?), un quaderno arancione a spirale, un a...