Il luogo di lavoro di Massimo Recalcati non è il tavolo, ma lo studio dell’analista. L'analista non procede con l'addizione e l’accumulo, ma con la sottrazione. Il suo lavoro è quello di operare dei tagli e delle interruzioni nel discorso dell'analizzante in modo che il flusso di pensieri acquisisca una punteggiatura inedita.
Il tavolo dell'analista non è dunque il tavolo di chi prova a produrre l'evento del pensiero con l'accumulo del sapere è invece il tavolo di chi opera coi detriti dell'atto analitico: quel sapere che viene fatto in frantumi durante l'analisi. Se infatti l'analisi produce un pensiero non è dell'ordine del sapere, ma di quello della verità. E su questo tavolo vediamo tanti libri che hanno attraversato in modo singolare quella particolare esperienza del pensiero che è la psicoanalisi: Victor Tausk il cui suicidio a quarant'an...